SKU: BT.DHP-0950646-030
Tochter Zion, also known as See the Conquering Hero Comes, is the most famous chorus from the oratorio Judas Maccabaeus (1746) by the composer George Frideric Handel (1685-1759). The heroic epic based on the Biblical story about commander-in-chief Judas Maccabaeus, was used by Handel to celebrate the English victory over the rebellious Scottish. The first performance of this patriotic work - written in the pleasing, rich baroque style that Handel’s music is known for - was conducted by himself; the success was huge. The chorus See the Conquering Hero Comes was added later, in 1748, drawn from another oratorio (Joshua).Tochter Zion, ook bekend als See the Conquering Hero Comes, is het beroemdste koor uit het oratorium Judas Maccabaeus (1746) van de componist Georg Friedrich Händel (1685-1759). Het op het Bijbelse verhaal overlegeraanvoerder Judas de Maccabeeër gebaseerde heldenepos werd door Händel gebruikt om de overwinning van de Engelsen op de in opstand gekomen Schotten te vieren. De première van dit patriottische werk - geschreven in de aangename,rijke barokstijl waar Händels muziek om bekendstaat - werd door hemzelf gedirigeerd, het succes was enorm. In 1748 is het koor See the Conquering Hero Comes toegevoegd, dat afkomstig was uit een ander oratorium (Josua).Tochter Zion, auch als See the Conquering Hero Comes bekannt, ist der berühmteste Choral aus dem Oratorium Judas Maccabaeus von Georg Friedrich Händel. Dieses Werk - das im gefälligen, üppig barocken Stil, der für Händels Musik typisch ist, geschrieben wurde - arrangierte der zeitgenössische niederländische Komponist Jan de Haan für Blechbläserquartett und Orgel. Tochter Zion ( Toi la gloire) est le plus célèbre chœur de l’oratorio Judas Macchabée de Georg Friedrich Haendel (1685-1759). La création de cette œuvre patriotique a eu lieu sous la direction du compositeur. Écrite dans le style baroque, elle déploie toute la richesse et la subtilité de la musique d’Haendel. Judas Macchabée est couronné de succès.
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UPC: 073999024197. 6.75x10.5 inches.
Tochter Zion, also known as See the Conquering Hero Comes, is the most famous chorus from the oratorio Judas Maccabaeus (1746) by the composer George Frideric Handel (1685-1759). The heroic epic based on the Biblical story about commander-in-chief Judas Maccabaeus, was used by Handel to celebrate the English victory over the rebellious Scottish. The first performance of this patriotic work - written in the pleasing, rich baroque style that Handel's music is known for - was conducted by himself; the success was huge. The chorus See the Conquering Hero Comes was added later, in 1748, drawn from another oratorio (Joshua).Tochter Zion, ook bekend als See the Conquering Hero Comes, is het beroemdste koor uit het oratorium Judas Maccabaeus (1746) van de componist Georg Friedrich Handel (1685-1759). Het op het Bijbelse verhaal overlegeraanvoerder Judas de Maccabeeer gebaseerde heldenepos werd door Handel gebruikt om de overwinning van de Engelsen op de in opstand gekomen Schotten te vieren. De premiere van dit patriottische werk - geschreven in de aangename,rijke barokstijl waar Handels muziek om bekendstaat - werd door hemzelf gedirigeerd, het succes was enorm. In 1748 is het koor See the Conquering Hero Comes toegevoegd, dat afkomstig was uit een ander oratorium (Josua).Tochter Zion, auch als See the Conquering Hero Comes bekannt, ist der beruhmteste Choral aus dem Oratorium Judas Maccabaeus von Georg Friedrich Handel. Dieses Werk - das im gefalligen, uppig barocken Stil, der fur Handels Musik typisch ist, geschrieben wurde - arrangierte der zeitgenossische niederlandische Komponist Jan de Haan fur Blechblaserquartett und Orgel. Tochter Zion (A Toi la gloire) est le plus celebre chœur de l'oratorio Judas Macchabee de Georg Friedrich Haendel (1685-1759). La creation de cette œuvre patriotique a eu lieu sous la direction du compositeur. Ecrite dans le style baroque, elle deploie toute la richesse et la subtilite de la musique d'Haendel. Judas Macchabee est couronne de succes.
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ISBN 9790215314207. 9 x 12 inches.
Questo metodo è rivolto a chi vuole intraprendere lo studio della tiorba avendo già qualche base di studi musicali e abbia almeno una base pratica su un altro strumento a pizzico. È rivolto anche ai liutisti/tiorbisti di ogni livello che vogliano migliorarsi. Si può anche iniziare lo studio della tiorba senza una precedente pratica strumentale ma, in particolare per i bambini, è preferibile iniziare lo studio con uno strumento a corde di dimensioni più ridotte. Durante il periodo storico di maggior diffusione della tiorba, il Seicento, non sono stati scritti dei metodi per lo strumento così come li intenderemmo oggi. Tra i vari manoscritti per tiorba compilati nell’epoca Barocca, però, alcuni contengono esemplificazioni utili allo studio (passaggi, cadenze, accordi e progressioni melodiche). Tuttavia questi scritti, spesso anonimi, contengono parecchi errori, e qualche volta non sono sistematici nella trattazione.Inoltre il materiale musicale in essi contenuto a volte non è rilevante quindi, per l’insieme di queste ragioni, questi manoscritti non possono essere impiegati in toto come metodi per lo studio strumentale.C’è poi un certo numero di trattati seicenteschi sul basso continuo destinati alla tiorba.Questa produzione, insieme alle intavolature a stampa e i manoscritti musicali di cui parleremo qui di seguito, ha fornito il materiale di lavoro dal quale abbiamo cercato di trarre lo spunto per un percorso progressivo e sistematico.Dall’inizio del Novecento ad oggi in Europa sono stati pubblicati diversi metodi per liuto, ma non per tiorba. Il repertorio per liuto solo è più vasto e potrebbe giustificare questo fatto, ma al tempo stesso la musica per tiorba ha caratteristiche molto diverse. È necessario, dunque, un approccio autonomo alle tecniche, al repertorio, al basso continuo.Nel panorama editoriale, quindi, questo è il primo metodo dedicato alla tiorba.
SKU: UT.DM-30
ISBN 9790215305687. 9 x 12 inches.
La scelta di questo strumento come uno dei mezzi di conoscenza del linguaggio musicale (meglio sarebbe dire la sua riconferma, dato l’utilizzo assai frequente in molte scuole italiane), ha ragioni semplici e perciò tanto più convincenti: innanzi tutto il basso costo e un ingombro ed un peso minimi; in secondo luogo la facile comprensione e messa in pratica della tecnica d’uso oltre alla sua secolare tradizione ricca anche di repertorio originale; infine la possibilità dello strumento di costituire un valido sostegno all’intonazione e all’emissione vocale.Per queste ragioni il testo presenta un breve itinerario, indispensabile al bambino per procedere con la lettura intonata e la tecnica strumentale.Questo quaderno comprende un percorso graduale di avviamento allo strumento utilizzando il linguaggio tradizionale. Il lavoro qui raccolto ha come presupposto la consapevolezza di aver tralasciato quegli ambiti di espressione che non si avvalgono dei codici tradizionali, vale a dire quelle esperienze che presumono l’utilizzo e la conoscenza di repertori che si allontanano dal linguaggio tonale e che si esprimono attraverso altre grafie di codifica. In questa direzione il volume avrebbe avuto tutt’altra impostazione e, pur ribadendo l’importanza di un approfondimento dei terreni musicali meno battuti e della loro esplicitazione anche attraverso uno strumento forse poco flessibile ad esperienze di questo tipo (almeno per i principianti) come il flauto dolce, si è ritenuto di mettere a disposizione un itinerario strumentale che ha dalla sua una validità consolidata nel tempo.Il repertorio, certamente non esaustivo, ha avuto come criteri di scelta quegli ambiti geografici e temporali che più hanno messo in evidenza le caratteristiche dello strumento. È per questo motivo che per i brani d’autore si è privilegiato l’ambito rinascimentale e barocco e per ciò che riguarda la provenienza geografica ci si è rivolti verso quelle tradizioni che hanno fatto del flauto uno strumento protagonista.Per ciò che riguarda i brani d’insieme, ci preme sottolineare che le indicazioni degli strumenti non sono vincolanti poiché a tutti è nota la proverbiale carenza di attrezzature nelle scuole che impedisce l’utilizzo di diversi organici. Ogni insegnante si adatti quindi alle risorse che la scuola fornisce. Inoltre, le brevi strumentazioni dei brani proposti sono da considerarsi solo un supporto di completezza qualora si intenda dare forma più compiuta all’esecuzione. Il percorso, pertanto, può proseguire anche con la semplice esecuzione dei brani al flauto dolce senza il corredo delle elaborazioni per un organico più ampio.Relativamente agli equilibri sonori e timbrici tra le parti, ogni insegnante li adatti in base al numero degli allievi delle proprie classi e degli strumenti disponibili. In linea generale è bene ricordare che, in fase esecutiva, una sufficiente intensità sonora si ottiene con almeno 5-6 flauti dolci, ma se il registro sale all’acuto possono essere sufficienti anche la metà. Un’utile strategia di lavoro può essere quella di decidere insieme agli allievi le possibilità di distribuzione numerica degli strumenti. Sostegno sempre indispensabile all’insegnante è uno strumento armonico (chitarra o pianoforte) utilizzato per accompagnare e sostenere le esecuzioni.I brani qui raccolti serviranno di collegamento e supporto alle attività di esercitazione ritmica, melodica, armonica, vocale, di ascolto e di analisi delle forme, tutti temi approfonditi dagli altri quaderni della collana.
SKU: UT.REM-4
ISBN 9788881092154. 6.5 x 9.5 inches.
Questo libro intende narrare una vicenda: quella delle relazioni tra pittura e musica - e tra queste e le messe in scena drammatiche - nella rappresentazione dell'incarnazione di Cristo, dalle prime immagini altomedievali fino ai repertori delle zampogne dei nostri giorni e alla drammatizzazione domestica del presepe nei riti della novena di Natale. Intende mostrare come pittura, musica, dramma, sviluppando ciascuno per proprio conto il tema della Nativita, si siano reciprocamente influenzati per raccontare delle relazioni tra umano e divino, angeli e pastori, organi e zampogne. Intende mostrare infine come la rappresentazione pittorica, musicale, drammatica del Natale abbia agito sulla realta cui si ispirava, determinando modificazioni di rilievo nelle tradizioni pastorali prese a modello. Non intende questo libro, e non potrebbe intendere, fornire un catalogo completo delle rappresentazioni drammatiche, figurative, musicali del Natale; vuole piuttosto suggerire un approccio ermeneutico che permetta di interpretare le molte fonti teatrali, figurative, musicali che in esso non sono descritte ne menzionate.L'Italia, che e l'area interessata da questa indagine, non e tutta trattata con uniforme dettaglio: sia perche la storia delle rappresentazioni natalizie non interessa tutta la penisola con uguale intensita, sia perche le ricerche sul Natale (condotte direttamente da me o da altri studiosi) non hanno conosciuto la medesima profondita su tutto il territorio. Ricerche estese e capillari su tutto il territorio italiano, e la descrizione di tutti i documenti collazionati non avrebbero peraltro, credo, mutato in modo sostanziale la prospettiva di questo lavoro, e lo avrebbero appesantito enormemente. Alcune zone sono state indagate piu dettagliatamente di altre, e non a caso; l'Umbria e la Toscana, nel Trecento e nel Quattrocento, hanno conosciuto una presenza francescana piu fitta che altri luoghi, e la committenza da parte degli ordini francescani ha avuto in quel periodo un ruolo determinante nella diffusione dei temi natalizi. Dall'Italia centrale, la vicenda delle rappresentazioni natalizie, ancora sotto l'impulso francescano, si irradia, nel Cinquecento e nel Seicento, in innumerevoli <> artistiche, verso le campagne, i piccoli centri, le citta dell'Italia settentrionale e meridionale. In Puglia fiorisce una tradizione plastica, che segnala e in parte determina la fortuna del presepe a tutto tondo nell'Italia meridionale.
SKU: UT.LB-32
ISBN 9788881095070. 5.51 x 8.26 inches.
'Vox alta, clara, suavis' e la formula del vero canto, scoperta da Isidoro da Siviglia millequattrocento anni fa. Di essa rimane ancora traccia oggi nella didattica vocale, ma nella forma degradata e stravolta, che e tipica della moderna cultura meccanicistica. La troviamo riproposta (a parole) persino da coloro che teorizzano l'approccio opposto (l'affondo vocale) e che paradossalmente parlano di 'suono alto e chiaro' come risultato dei loro affondamenti, risultato che ovviamente non si produrra mai cosi come, se riempiamo di piombo tutti gli spazi vuoti di una nave, poi non possiamo aspettarci che galleggi... Di 'voce alta e chiara' parla anche il metodo della 'maschera', ma riducendo questa geniale intuizione a una banale questione di azioni muscolari localizzate da attivare (innalzamento del velo palatino, sollevamento dell'arcata zigomatica ecc.) e di trasferimento materiale del suono in alto (altra surreale utopia acustica e fisiologica come quella teorizzata dall'affondo).Dove andra cercato allora il vero significato della formula di Isidoro, che e il segreto del canto a risonanza libera? In quella concezione olistica del canto e in quei principi universali di eufonia, elaborati dalla scuola di canto italiana storica, che questo libro intende riportare al centro della didattica vocale e analizzare in tutte le loro molteplici e profonde implicazioni.
SKU: BT.DHP-1002209-010
Sinfonia Hungarica is a three-movement symphony that depicts the history of Hungary. All three movements were inspired by historical key figures, wars, and other important events from this country. This symphony is a celebration of Hungary’s millennium in 2001.The final movement is named after ISTVAN, the King who introduced Christianity into Hungary and who was crowned by Pope Silvestro II on January 1, 1001. A rather solemn start leads to another war-like passage, ending with some loud crashes. This symbolizes the fact that the body of the pagan Koppany was cut into four pieces, and sent to the four castles of the country as an example. After a quiet, almost religiousintermezzo, the National Hymn of Hungary is introduced. This broad “grandioso†ending also has a symbolic meaning: after ten centuries, Hungary has many reasons to look back on the past with pride, and to look forward to the future with optimism and confidence. Dit stuk werd gecomponeerd in opdracht van het symfonisch blaasorkest Kiskunfélegyhaza uit Hongarije en opgedragen aan dirigent Ferenc Jankovski, burgemeester Jozsef Ficsor en Gabriella Kiss. De wereldpremière vond plaats op 31 maart2001 in Budapest (Hongarije) door het eerdergenoemde orkest onder leiding van de componist.Deze driedelige symfonie beschrijft de geschiedenis van Hongarije. De drie delen zijn ge nspireerd op historische sleutelfiguren, oorlogenen andere belangrijke gebeurtenissen in dit land. De symfonie werd geschreven ter gelegenheid van de millenniumviering van Hongarije in 2001.ATTILA, koning van de Hunnen, vaak ‘de gesel Gods’ genoemd, is de centrale figuurin het eerste deel, dat voornamelijk wordt gekenmerkt door angst, dreiging, agressie en wreedheid. Attila’s broer, Buda, heeft echter een hero scher thema, terwijl zijn geliefde vrouw, Rika, een lyrische melodie heeft. Het spannendeeinde van dit openingsdeel illustreert de gevreesde snelheid van Attila’s troepen: ze achtervolgden hun slachtoffers en vermoordden ze allemaal! Het tweede deel gaat over ARPAD, de stichter van de Hongaarse staat. Hetbegint met een sfeerpassage, die het beeld oproept van zijn grootmoeder, Emese, dromend over zijn bestemming. Een van Arpad’s tegenstanders, de Bulgaarse prins Zalan, werd verdreven na een gevecht. Hierna noemde Arpad het gebiedofficieel ‘Magyarorszag’.Het laatste deel is genoemd naar ISTVAN, de koning die het christendom in Hongarije introduceerde en die werd gekroond door paus Silvester II op 1 januari 1001. Een vrij plechtige start leidt tot nogeen martiale passage, die eindigt met een aantal luide slagen. Deze symboliseren het voorval waarbij het lichaam van de heiden Koppany in vier stukken werd gesneden, die naar de vier kastelen van het land werden gezonden als schrikwekkendDie Sinfonie in drei Sätzen ist eine musikalische Schilderung der Geschichte Ungarns. Alle drei Sätze haben bedeutende historische Persönlichkeiten und Schlüsselereignisse aus der Landesgeschichte - wie etwa Kriege - zum Inhalt. Das Werk wurde zuUngarns Tausendjahrfeier im Jahr 2001 geschrieben.Attila, König der Hunnen, oftmals auch die Geißel Gottes genannt, ist die zentrale Gestalt des ersten Satzes; in seiner musikalischen Beschreibung sind Aggressivität und Grausamkeit, die vonihm ausgehende Bedrohung und ihm entgegengebrachte Furcht spürbar. Daneben erscheinen das heroischer klingende Thema von Buda, Attilas Bruder, und das lyrische von Rika, seiner zärtlich geliebten Frau. Der aufpeitschende Schluss desSatzes ist Sinnbild für die gefürchtete Schnelligkeit von Attilas Truppen, mit der sie ihre Opfer eingeholt und ohne Ausnahme getötet haben.Im Mittelpunkt des zweiten Satzes steht Arpad, der eigentliche Begründer des ungarischen Staates. Eineatmosphärisch klingende Einleitung beschwört Emese, die Großmutter Arpads, herauf, die im Traum seine Bestimmung vorhergesehen hatte. Er schlug seinen Gegner, den Prinzen Zalan von Bulgarien, im Kampf in die Flucht und gab dem Land denNamen Magyarorszag.Das Finale ist nach Istvan benannt, dem König, der in Ungarn das Christentum einführte und am ersten Januar 1001 durch Papst Sylvester II. gekrönt wurde. Ein feierlicher Anfang leitet über in einen an Kriegsgetümmelerinnernden Abschnitt, der in lärmendem Getöse endet. Es steht für das Ende des Heiden Koppany, dessen Körper gevierteilt und als abschreckendes Beispiel an die vier Burgen des Landes gesandt wurde. Ein ruhiges, beinahe religiös wirkendesZwischenspiel mündet in die ungarische Nationalhymne. Dieser prachtvolle, mit grandioso überschriebene Schluss hat auch eine symbolische Bedeutung: Nach zehn Jahrhunderten hat Ungarn guten Grund, mit Stolz zurückzublicken und der Zukunft mitZuversicht und Optimismus entgegenzusehen.Die wunderbare Melodie der Nationalhymne erscheint in der Sinfonie auch vorher schon immer wieder, wird meist aber ganz oder teilweise überdeckt. Sie durchläuft das Werk wie ein roter Faden, der anfangs kaumwahrzunehmen ist und erst im Verlauf der Sinfonie immer deutlicher wird. Am Ende krönt sie das Werk in einer letzten prachtvollen Steigerung, in der das Orchester den majestätischen Klang einer Orgel annimmt.Sinfonia Hungarica est une œuvre de commande pour l’Orchestre d’Harmonie de Kiskunfelegyhaze en Hongrie. Elle est dédiée Ferenc Jankovski (Directeur de l’Orchestre d’Harmonie), Jozsef Ficsor (Maire de la ville de Kiskunfelegyhaze) et Gabriella Kiss.Cette symphonie en trois mouvements retrace l’histoire de la Hongrie. L’ensemble des trois mouvements s’inspire de la vie de personnages historiques clés, de guerres et d’autres événements de grande importance qui ont marqué l’histoire de ce pays. Sinfonia Hungarica célèbre le millénaire de la fondation de l’État hongrois (1001-2001). L’œuvre a été donnée en création mondiale, le 31 mars 2001 Budapest,par l’Orchestre d’Harmonie de Kiskunfelegyhaze placé sous la direction du compositeur.ATTILA, roi des Huns, surnommé “le Fléau de Dieuâ€, est le personnage central du premier mouvement où règne une atmosphère de peur, de menace, d’agression et de cruauté. Bléda, le frère d’Attila, est associé un thème aux accents plus héro ques, tandis que Kerka, l’épouse bien-aimée du roi des Huns, est représentée par une mélodie lyrique. La fin trépidante de ce mouvement d’ouverture illustre l’effroyable rapidité avec laquelle les troupes d’Attila poursuivaient et tuaient toutes leurs victimes.Le deuxième mouvement est centré sur ARPAD, le fondateur de l’État hongrois. Un passage limpide et aérien ouvre ce mouvement évoquant Émèse, la grand-mère d’Arpad, qui vit en rêve sa destinée future. Après avoir livré bataille contre l’un de ses opposants, le prince bulgare Zalan, et l’avoir chassé des terres magyares, Arpad donne officiellement au territoire le nom de Magyarorszag.Le troisième et dernier mouvement de la symphonie porte le nom de celui qui convertit le pays au christianisme : Étienne Ier (ISTVAN), sacré roi de Hongrie le 1er janvier 1001 par le Pape Sylvestre II. Les mesures d’ouverture, solennelles et majestueuses, mènent un passage dont l’atmosphère belliqueuse s’intensifie pour s’achever en de violents fracas symbolisant la mort Sinfonia Hungarica, commissionata dalla banda ungherese di Kiskunfelegyahaza, è dedicata al maestro Ferenc Jankovski, al sindaco della citt Jozsef Ficsor e a Gabriella Kiss. La prima mondiale, eseguita dalla banda Kiskunfelegyhaza si è tenutaa Budapest il 31 marzo 2001 sotto la direzione del compositore.Gli eventi salienti della storia dell’Ungheria, come le guerre ed altri avvenimenti importanti, sono tradotti in musica in questa sinfonia strutturata in tre movimenti. Sinfonia Hungaricavuole anche essere un omaggio allo stato ungherese che festeggia il suo millennio nel 2001.ATTILA, re degli Unni, spesso chiamato “il flagello di Dio“ è la figura centrale del primo movimento, caratterizzato dalla paura, dalla minaccia,dall’aggressione e dalla crudelt . Buda, fratello di Attila è associato ad un tema più eroico, mentre Rika, l’amata moglie, è rappresentata da una melodia lirica. L’eccitante finale di questo movimento di apertura illustra la tanto temuta velocit delle truppe di Attila che seminavano paura e morte.Il secondo movimento pone l’accento su ARPAD, il fondatore dello Stato ungherese. Inizia con un passaggio in stile atmosferico che evoca la nonna di Arpad, Emese che aveva sognato e predettoil futuro del nipote. Uno degli oppositori di Arpad, il principe bulgaro Zalan, fu cacciato dopo una battaglia. In seguito, Arpad chiamò ufficialmente il territorio “Magyarorszagâ€.Il movimento finale prende il nome da ISTVAN, il re che portòil cristianesimo in Ungheria e che fu incoronato da Papa Silvestro II il 1 gennaio, 1001. Un inizio solenne prelude ad un passaggio bellico accentuato da rumori imponenti; questo a simboleggiare l’atroce fine del pagano Koppany il cui corpo futagliato in quattro pezzi e inviato ai quattro castelli del paese come monito. Dopo un intermezzo quieto, quasi religioso, viene presentato l’Inno nazionale ungherese. In questo ampio e grandioso finale riecheggia l’orgoglio dell’Ungheria nelricordare il suo passato e la fiducia con la quale si proietta al futuro.Lo stupendo tema dell’Inno nazionale ungherese è proposto nell’arco dell’intera sinfonia. E’ però spesso parzialmente nascosto e usato come filo conduttore, appena riconoscibileall’inizio ma sempre più ovvio quando la sinfonia si avvicina al suo finale. A conclusione della sinfonia, il sublime inno conduce la banda in un’apoteosi finale, facendo apparire l’organico strumentale come un maestoso organo.